- 22 Set 2016
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- Posted by Salvatore
- ambiente, fauna
Raganella sarda
Hyla sarda (De Betta, 1857)
(Classe: Amphibia; Ordine: Anura; Famiglia: Hylidae)
Presente in Corsica, Sardegna, Elba ed isole minori, veniva considerata come razza geografica della Raganella italiana, ma di recente è stata elevata al rango di specie a se stante. La colorazione è in genere verde brillante, ma può essere anche olivastra, con una stria scura sul fianco e la tendenza allo sviluppo di una macchiettatura dorsale scura che può essere grigiastro – nera o grigiastro – verde; il ventre è biancastro e la striatura ha inizio dalla narice e prosegue, attraverso l’occhio, fino al fianco, ma senza presentare la diramazione dorsale tipica della Raganella italiana. La testa risulta più larga che lunga e poco distinta dal corpo, con occhi grandi e sporgenti, le pupille sono orizzontali ed è chiaramente visibile il timpano. Le dita presentano delle dilatazioni simili a ventose alle estremità. Le dimensioni si attestano attorno ai 38 – 40 mm, con alcune eccezioni che raggiungono i 50 mm. I maschi si distinguono dalle femmine, durante il periodo riproduttivo, per la presenza dei calli nuziali sulle dita degli arti anteriori e del sacco vocale sul collo. Si ritrova spesso tra le fronde degli alberi e arbusti e, nonostante sia legata all’ambiente acquatico, ha una spiccata resistenza alle condizioni di aridità prolungata e può tollerare tassi di salinità maggiori rispetto alle altre raganelle. L’habitat ideale si ritrova in pianura o collina, anche se si può rinvenire sopra i mille metri. Attiva sia durante le ore diurne che la notte, trascorre le ore più calde della giornata in luoghi ombreggiati e riparati. Durante la riproduzione colonizza le pozze ed i piccoli invasi, purché vi sia presente un’abbondante vegetazione. La stagione riproduttiva è ampia, avendo inizio alla fine dell’inverno e prolungandosi per tutta la primavera. L’accoppiamento è ascellare e di breve durata, durante il quale la femmina depone sino a 1000 uova, attaccandole alla vegetazione sommersa in piccole masse gelatinose. La schiusa avviene dopo circa due settimane ed il ciclo larvale si conclude al trascorrere di 2½ – 3 mesi. In seguito alla metamorfosi, i piccoli raggiungono i 14 – 15 mm. La dieta è insettivora negli individui adulti e prevalentemente detritivora nelle larve.
(Fotografia: Archivio Arc. Salvatore Carboni))