- 22 Set 2016
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- Posted by Salvatore
- ambiente, fauna
Muflone
Ovis orientalis musimon (Pallas, 1811)
(Classe: Mammalia; Ordine: Artiodactyla; Famiglia: Bovidae)
Il Muflone è sicuramente l’animale più rappresentativo dell’Isola. Le colonie presenti oggi in Sardegna si trovano in Ogliastra, Monte Tonneri, Gennargentu, Supramonte, Monte Albo, e di recente introduzione a Capo Figari, l’Asinara ed i Monti del Limbara. Da diversi anni alcuni esemplari sono stati oggetto di reintroduzione in altre località dell’Isola, principalmente all’interno di aree chiuse. Attualmente la sistematica del Muflone è ancora ricca di controversie, esistendo diverse teorie che lo indicano come un’unica specie priva di sottospecie e altre che lo considerano come appartenente alla specie Ovis ammon (Linnaeus, 1758), distinguendo poi le diverse sottospecie. L’origine del Muflone in Sardegna è accompagnata da due ipotesi: la prima suppone un’ introduzione da parte dell’uomo, in epoca remota, di pecore domestiche successivamente inselvatichite; la seconda ipotesi fa pensare ad un’evoluzione del genere ovis nelle regioni centrali dell’Asia e da qui ad una colonizzazione di vaste aree seguita successivamente da un’estinzione dei Mufloni in quasi tutta Europa, avvenuta durante l’ultima glaciazione, dalla quale sopravvissero solo le popolazioni più meridionali della Sardegna e della Corsica. La specie si presenta di forma compatta e robusta, con tronco e arti muscolosi, occhi grandi e orecchie brevi, piuttosto simile ad una pecora domestica ma con forme più slanciate. Le corna sono larghe alla base, spiralate e rivolte all’indietro ma non ramificate e sono sempre presenti nel maschio, mentre nella femmina (solamente in Sardegna e negli esemplari introdotti da quest’Isola) mancano del tutto; sono stabili e non vengono perse alla fine della stagione riproduttiva. Le dimensioni raggiungibili dalle corna si attestano intorno ai 90 cm di lunghezza e 25 cm di circonferenza basale (4 – 6 kg di peso) e possono fornire con buona approssimazione l’età degli esemplari, in quanto la crescita ha una pausa durante il periodo invernale, per poi riprendere nella bella stagione con la formazione di un anello chiamato anche “cerchio annuale”. L’accrescimento rallenta con l’avanzare dell’età. Il pelo, corto e ruvido, viene cambiato due volte nell’arco di un anno, con una muta primaverile e una autunnale. La muta autunnale è la più vistosa perché i peli vengono persi in quantità enormi e per lo più a ciuffi, spesso rilasciati dall’animale nei tronchi degli alberi a seguito della sua abitudine a strusciarsi sulla corteggia per favorire il ricambio. L’altezza al garrese varia dai 65 ai 75 cm mentre la lunghezza testa-tronco è di 90-130 cm; il peso corporeo si attesta attorno ai 35 – 50 kg nei maschi mentre le femmine raggiungono i 25 40 kg. Il colore del mantello estivo nei maschi è bruno-rossastro o ruggine, con la parte inferiore biancastra ed un’evidente macchia bianca (chiamata “sella”) nella parte alta dei fianchi, che compare attorno al terzo anno di vita; d’inverno il colore varia verso tonalità più scure ed il pellame diventa più folto. La colorazione delle femmine è generalmente più chiara e uniforme. Predilige le zone rocciose alternate a spazi aperti, in presenza di una sufficiente copertura arborea quali boschi di leccio, roverella e macchia mediterranea. La sua alimentazione è piuttosto varia nutrendosi di foglie, ghiande, piante erbacee e frutti. Le sue abitudini sono generalmente diurne d’inverno, mentre divengono prevalentemente notturne e crepuscolari durante l’estate. E’ un abile saltatore, scalatore e un veloce corridore (velocità di circa 60 Km/h). D’inverno forma branchi misti e spesso numerosi, che possono arrivare anche attorno alle 100 unità, separandosi poi con l’arrivo della primavera in base al sesso ed all’età. Gli esemplari maschi anziani preferiscono invece trascorrere il resto della loro vita in solitudine, in quanto ormai non più competitivi con esemplari più giovani e forti. Generalmente il branco misto è affidato all’esperienza della femmina più anziana. Gli accoppiamenti hanno luogo fra la seconda metà di ottobre fino a dicembre ed i maschi non formano un loro harem duraturo, ma preferiscono andare in cerca delle femmine ricettive, che a loro volta possono accoppiarsi più volte con diversi individui. Durante la stagione riproduttiva i maschi ingaggiano feroci lotte per l’accoppiamento, attraverso lo scontro diretto operato grazie alle voluminose corna delle quali si servono per scambiarsi poderose testate, ma spesso le prove di forza si limitano agli spintoni spalla contro spalla ed all’incrocio delle corna stesse. La gestazione dura circa 150 giorni e nella quasi totalità dei casi si ha la nascita di un solo piccolo. La maturità sessuale viene raggiunta ad un anno e mezzo, ma non è seguita in natura dall’accoppiamento, che generalmente avviene dal terzo anno fino al decimo o poco oltre. La longevità si attesta intorno ai 20 anni, che in un ambiente naturale vengono raramente raggiunti.
(Fotografia: Dott. Marcello Cannas)