Cinghiale

Cinghiale

Cinghiale

Sus scrofa meridionalis (Forsyth Major, 1882)

(Classe: Mammalia; Ordine: Artiodactyla; Famiglia: Suidae)

Presente su quasi tutto il territorio, dalla pianura alla montagna, si pensa sia stato introdotto dall’uomo,  ma si ipotizza anche una sua origine da suini domestici anticamente inselvatichiti. Si riconosce per la sua corporatura tozza e robusta, compressa lateralmente; la forma del corpo è affusolata sia anteriormente che posteriormente, tale da permettere la minima resistenza agli ostacoli e quindi un avanzamento veloce nel sottobosco. Gli arti posteriori risultano più corti degli anteriori e la testa è grande, di forma conica e terminante in un muso o grugno nudo con un disco calloso dove sono poste le narici; gli occhi risultano relativamente piccoli mentre le orecchie sono di modeste dimensioni e diritte. La dentatura di questa specie è piuttosto particolare, in quanto è adattata ad un’alimentazione onnivora, e nei maschi si trovano canini lunghi e sporgenti che hanno la capacità di crescere in continuazione e di affilarsi attraverso il contatto tra di loro. I canini inferiori hanno una lunghezza maggiore di quelli superiori ed entrambi sono rivolti verso l’alto a formare una pericolosa arma di difesa o di offesa che il Cinghiale utilizza portando la testa dal basso verso l’alto grazie ai forti muscoli del collo. La lunghezza dei canini inferiori può raggiungere i 13 cm nei maschi, mentre nelle femmine può arrivare ad un massimo di 3 cm. Le dimensioni della sottospecie S. scrofa meridionalis sono inferiori rispetto alla forma tipo, raggiungendo circa 50 kg di peso ed un’altezza al garrese di 55 cm. La sottospecie endemica oggigiorno è incrociata con i suini allevati allo stato brado, ma le caratteristiche peculiari sono ancora ben visibili. La livrea degli adulti ha una colorazione bruno nerastra o bruno grigiastra, spesso brizzolata di peli biancastri in modo particolare nella testa e nella gola. Il mantello è folto e presenta lunghe setole soprattutto sulle spalle e sulla coda. Negli esemplari piccoli la colorazione risulta fortemente striata di giallastro e di rossiccio, ma dopo poco più di 3 mesi circa tende ad uniformarsi e ad assumere un colore rossiccio più scuro che verrà sostituito dalla livrea degli adulti a circa un anno di vita. Nei maschi adulti, infine, si sviluppa sui fianchi una particolare corazza costituita da pelle spessa e dura, che serve a protezione dai colpi degli avversari durante gli scontri. Il cinghiale è attivo soprattutto nelle ore crepuscolari e notturne, mentre durante il giorno trova riposo nel sottobosco possibilmente vicino a luoghi umidi. Abita le zone a macchia mediterranea e boschi folti particolarmente ricchi di sottobosco, alternati a terreni pantanosi, pascoli o terreni coltivati ed in generale frequenta tutte le zone ricche di cibo, prediligendo le aree in prossimità di corsi d’acqua e terreni fangosi; un’abitudine del Cinghiale infatti è di rotolarsi nel fango sia per liberarsi dai parassiti, sia come termoregolazione. La specie ha comportamento sociale e forma dei piccoli branchi con esemplari di entrambi i sessi, tranne nel caso dei maschi adulti, che generalmente conducono una vita solitaria. Il branco e formato spesso da individui che hanno dei legami parentali tra loro, di tipo patriarcale e con la presenza dei piccoli, che restano con la loro madre fino alle nuove nascite. Gli accoppiamenti avvengono  principalmente alla fine di ottobre e si protraggono fino a estate inoltrata; i maschi adulti vanno alla ricerca delle femmine ed allontanano sia i maschi più deboli che i piccoli del medesimo sesso, che tornano al branco solamente dopo la fine degli accoppiamenti. Gli scontri tra maschi per aggiudicarsi una progenie sono caratterizzati dalle lotte feroci, con i contendenti disposti di lato ed in verso opposto, che usano le forti zanne per infierire sul collo e sui fianchi dell’avversario. Al termine del combattimento il vincitore controlla generalmente dalle 3 alle 6 o più femmine, con le quali si accoppia dopo un corteggiamento piuttosto semplice. La gestazione ha una durata di circa 16-20 settimane, al seguito delle quali nascono in genere dai 2 ai 4 cuccioli nel caso la madre sia di giovane età, mentre nei casi di individui più anziani la cucciolata può essere composta da 6 ad 8 cuccioli e raramente in numero superiore. Il numero dei parti annuali sono limitati ad 1, mentre in rari casi di abbondanza di cibo si possono avere anche due eventi riproduttivi. Al momento del parto, la femmina si allontana dal gruppo per costruire un semplice fosso in prossimità di anfratti, che ricopre di vegetali o parte di essi ed in cui partorisce i piccoli. Questi rimarranno nel “nido” per alcuni giorni e sotto l’ala protettiva della madre, che in questi casi assume un’aggressività tale da impedire l’avvicinarsi di altri individui anche se della stessa specie. Trascorso qualche tempo dal parto, la femmina ed i nuovi nati cerca la vicinanza delle altre femmine, costituendo dei branchi multifamiliari ed aumentando in questo modo la protezione dei cuccioli. L’allattamento dura circa 3 mesi, nonostante i piccoli siano in grado di nutrirsi di vegetali già dopo un paio di settimane di vita. La maturità sessuale viene raggiunta dopo 8 mesi nelle femmine, mentre i maschi sono pronti ad accoppiarsi solamente verso i 3 anni o poco meno. La longevità della specie in natura sfiora i 25 anni di età.

(Fotografia: Dott. Marcello Cannas)

Share post:

  • /