- 22 Set 2016
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- Posted by Salvatore
- ambiente, fauna
Cervo sardo
Cervus elaphus corsicanus (Erxleben 1777)
(Classe: Mammalia; Ordine: Artiodactyla; Famiglia: Cervidae)
La sottospecie endemica del massiccio Sardo Corso ha una distribuzione limitata ad alcune ristrette zone della Sardegna, per lo più adibite a zone di riproduzione a scopo di reintrodurre il Cervo nel territorio regionale. Le aree più importanti nelle quali il Cervo si trova allo stato selvatico si trovano nel Sud dell’Isola (principalmente nell’Arburese, nel Sarrabus e nel Sulcis). Le rimanenti aree, dove il Cervo vive in ristretti territori, appartengono alle riserve demaniali della Sardegna (ex Azienda Foreste Demaniali della Regione Sardegna), come la zona di Montarbu nel comune di Seui. La sottospecie Sardo Corsa si distingue dalla specie europea per le dimensioni inferiori, la forma leggermente più tozza del corpo, gli arti più corti, il mantello con una colorazione più scura ed infine per i Palchi, ovvero le corna. Le dimensioni degli esemplari femmine sono generalmente di 80 – 85 cm fra la testa ed il tronco, con la coda di circa 13 – 15 cm ed un’altezza al garrese di poco superiore agli 80 cm; il loro peso si aggira attorno ai 70 – 80 kg. I maschi hanno dimensioni leggermente maggiori e possono raggiungere i 200 cm tra la testa ed il tronco, con un’altezza al garrese di circa 100 cm, ed un peso di circa 120 – 130 kg. La forma del corpo risulta leggermente tozza a causa della lunghezza non eccessiva degli arti, che sicuramente sono il risultato di un adattamento all’ambiente forestale presente nelle due Isole in tempi remoti, quando la specie era maggiormente distribuita sul territorio. La colorazione della pelliccia, durante il periodo estivo, è bruno – fulva tendente leggermente al rossastro, mentre nella stagione autunnale i colori si fanno più scuri. Nella regione posteriore, chiamata anche “specchio anale” si ha una colorazione bianco giallastra; durante il periodo invernale e quello degli accoppiamenti il maschio è dotato di una folta pelliccia sul collo. I palchi, che rappresentano un carattere sessuale secondario dei maschi, risultano piuttosto chiusi e sono costituiti da due prolungamenti ossei destinati a cadere ogni anno attorno al mese di marzo, per poi ricrescere dopo un paio di settimane. Il completamento del palco avviene in poco più di tre mesi e nel mese di agosto la crescita raggiunge il suo apice. Nella sottospecie sardo corsa la dimensione del palco è piccola, raggiungendo circa 1 kg di peso per asta e la lunghezza massima di 70 cm, mentre nella specie europea il peso può arrivare ad oltre 8 kg. Le ramificazioni risultano inoltre più semplici, in quanto si hanno generalmente 4 o 6 punte contro le 16 – 24 della specie europea; inoltre non si ha la presenza della “corona”, ovvero la parte terminale dell’asta giunta a maturazione, sostituita da una formazione allargata e tendente ad appiattirsi, fino a dare una forma finale a “forcella”. Il Cervo è un animale sociale che ricerca i suoi simili anche nei periodi al di fuori degli accoppiamenti, riunendosi in piccoli branchi che da novembre ad agosto sono formati da individui dello stesso sesso e con un ampio spettro di età. I branchi di entrambi i sessi sono organizzati gerarchicamente ed in modo lineare, con un individuo dominante su tutti i componenti. All’interno dei branchi costituiti da individui maschi, l’individuo dominante è generalmente il più forte, e la posizione gerarchica si conquista in seguito al combattimento o alla semplice valutazione a distanza degli avversari; i componenti sono individui con un’età generalmente compresa tra i 2 e gli 8 anni, in quanto sono esclusi gli esemplari troppo giovani, che stanno invece con le loro madri, e gli individui che sono troppo vecchi per affrontare la competizione con i loro simili. Questi ultimi preferiscono stare in solitudine e trascorrere l’ultimo periodo della loro vita lontano ed in un proprio territorio. I branchi composti da esemplari di sesso femminile sono dominati da una femmina adulta, spesso con un cucciolo, che vigila sulle altre e su eventuali pericoli; durante la fuga spesso è lei che guida il branco. Le posizioni gerarchiche all’interno dei branchi sono spesso rivoluzionate, a causa dei frequenti combattimenti o della precoce perdita del palco in alcuni maschi. Questi ultimi vengono infatti relegati in posizioni gerarchiche inferiori e spesso preferiscono allontanarsi per un breve periodo di tempo. Giunto i periodo degli accoppiamenti, attorno alla meta di agosto e fino alla fine di settembre, i branchi dei maschi si disgregano ed i singoli individui si spostano nei territori frequentati dalle femmine. Durante questo periodo i maschi emettono una serie di bramiti affrontandosi con un semplice atteggiamento di minaccia; se uno dei due non cede si arriva allo scontro diretto con l’incrocio dei palchi e la relativa prova di forza costituita da principalmente da spintoni e colpi sui fianchi dell’avversario. Il vincitore si stabilisce nel branco delle femmine e costituisce il suo harem che difende dalle intrusioni dei maschi estranei. L’accoppiamento è generalmente preceduto da un rituale amoroso con la femmina recettiva. Gli sforzi di questi maschi, sia per gli accoppiamenti che per la difesa dell’harem, portano gli individui a soccombere dopo circa una settimana davanti ad un nuovo maschio forte, consentendo quindi un maggiore scambio di materiale genetico all’interno della popolazione. Tra aprile e maggio la femmina, in seguito a 8 mesi circa di gestazione, da alla luce un piccolo che resterà con lei per quasi un anno. I cuccioli vengono allattati per i primi 3 o 4 mesi di vita ed in tenera età sono caratterizzati da una livrea pomellata che mantiene fino all’autunno successivo alla nascita.
(Fotografia: Dott. Marcello Cannas)